

Tiny
Tiny esplora il corpo come un archivio popolato da memorie personali e culturali, fantasie, forze invisibili, echi lontani, suoni, odori, immagini. Lo spazio da abitare viene costruito e vissuto con l’individuazione e selezione di tracce personali, attraverso un processo di metamorfosi interiore che si confonde con quello esteriore e che contamina lo spazio in un continuo gioco di risonanza.
Tiny è una ricerca sulle zone-limite, dove non esiste una vera separazione tra universo esterno e contenuti interiori. L’Io non è mai isolato da ciò che lo circonda, ma si definisce a partire dalle sue relazioni e grazie ad esse impara a conoscere.
Tiny riflette su come l'essere umano esista nel mondo abitando lo spazio. “Abitare” assume il significato di abbracciare, percorrere, stare, soggiornare presso le cose. Lo spazio non sta di fronte a noi, non è altro dall'uomo. L’abitare nasce qui dal pensiero, un pensiero non astratto ma perfettamente connesso al proprio sentire, un pensiero “sensibile” che nasce e si alimenta dal desiderio istintivo di riconnettersi con l’essenza stessa delle cose.
Produzione Cab 008.
Con il sostegno di Regione Toscana e MiBACT, Promozione Danza della Fondazione Romaeuropa, CSC
Centro per la scena contemporanea Bassano del Grappa, L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.
In collaborazione con DIDstudio / Ariella Vidach AiEP e Macelli di Certaldo.
Di e con
Annamaria Ajmone
Musica
Marcello Gori
Disegno luci
Giulia Pastore
Consulenza artistica
Maria Giovanna Cicciari
Costumi
Caned Icoda
Organizzazione e cura
Giulia Basaglia
STAMPA
“Annamaria Ajmone. Un viaggio minuscolo”, Marinella Guatterini
Il Sole 24 Ore (2015)
"Il corpo e le tracce dell'io", Francesca Pedroni
Il Manifesto (2015)
"DNA a Romaeuropa. La danza che (r)esiste", Sergio Lo Gatto
Teatro e Critica (2015)
"Autunno danza: beate gioventù e dannate emozioni", Renzo Francabandera
PAC (2015)
"Abitare il mondo. A proposito di "Tiny" di Annamaria Ajmone", Alessandra Corsini
Altre Velocità (2015)